HALTA DEFINIZIONE

Il Bacio di Francesco Hayez, dipinto nel 1859, olio su tela – Pinacoteca di Brera, Milano.

RIDEFINIRE L’ARTE, REALMENTE
OPERE D’ARTE, REALI, CERTIFICATE, SULLA PARETE DI CASA TUA

La Fornarina di Raffaello è esposta a Palazzo Barberini a Roma, ma potrebbe anche finire sulle pareti di in un ufficio, di una sala o usata in un particolare allestimento. Parliamo naturalmente di una copia, l’originale è inavvicinabile, ma una copia perfetta, realizzata con gli ultimi ritrovati tecnologici da Halta Definizione.
Questa realtà modenese, fa parte di Franco Cosimo Panini Editore, negli ultimi anni ha elaborato un sistema di digitalizzazione delle opere d’arte che permette di avere una risoluzione finale mai raggiunta prima e questo consente incredibili applicazioni in diversi ambiti, didattico, museale, installazioni artistiche, arredamento e design d’interni e così via.

La parola magica è Gigapixel. Questa tecnica consiste nello scattare migliaia di foto che andranno a comporre un mosaico dell’opera d’arte, così da raggiungere livelli di dettaglio incredibili; si ottiene una precisione nell’ordine delle decine di micron. L’immagine finale è composta da miliardi di pixel e può essere osservata in modo digitale o stampata in dimensione originale o ingrandita senza perdere definizione.

Il loro catalogo, in costante ampliamento, conta centinaia di opere provenienti da musei e gallerie italiane, al momento oltre 500 lavori sono stati digitalizzati. Grazie a un accordo siglato con il Mibac nel 2019, Halta Definizione è in grado di gestire tutta la parte amministrativa delle licenza. Per ogni ambito di utilizzo sono in grado di ottenere la licenza d’uso più corretta dall’ente proprietario dell’opera. Questo semplifica molto tutto l’iter per trasformare un’idea in realtà.

LA PAROLA MAGICA È GIGAPIXEL. QUESTA TECNICA CONSISTE NELLO SCATTARE MIGLIAIA DI FOTO CHE ANDRANNO A COMPORRE UN MOSAICO DELL’OPERA D’ARTE, COSÌ DA RAGGIUNGERE LIVELLI DI DETTAGLIO INCREDIBILI; SI OTTIENE UNA PRECISIONE NELL’ORDINE DELLE DECINE DI MICRON.

La Fornarina di Raffaello Sanzio, dipinto nel 1520 circa, olio su tavola (87×63 cm)
Conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Antica a Palazzo Barberini a Roma.

Con Halta Definizione si può dunque utilizzare un’opera d’arte per creare qualcosa di unico. Si possono stampare in dimensioni reali quadri pressoché perfetti, grazie all’uso di inchiostri di ultima generazione e alla rifinitura artigianale. Queste repliche arrivano a riprodurre particolari minuscoli, come le crepe sulla tela, la tridimensionalità delle pennellate e la sfumature sono senza soluzione di continuità.
Una riproduzione di Leonardo, Raffaello o Botticelli, giusto per citarne alcuni, può cambiare radicalmente l’aspetto di una stanza, di un ufficio, di un negozio. Ci sono opere che non ci si stanca mai di guardarle, soprattutto se sono (quasi) indistinguibili dall’originale. La tecnologia Gigapixel, inoltre, permette di personalizzare l’immagine e quindi di giocare con dimensioni e colori, permettendo alla fantasia e alla creatività di esprimersi senza limiti.
Si possono usare sezioni delle opere a catalogo per allestimenti particolari, per valorizzare ambienti. Per esempio, la Nascita di Venere di Botticelli ben si presta ad abbellire l’accesso a una Spa, o Sant’Agostino nello Studio, sempre di Botticelli, in una biblioteca in stile murales. Le opportunità e le idee sono pressoché infinite. Ci si può spingere sino ad arrivare alla creazione di un museo personale, con una selezione delle opere più amate, da assaporare ogni volta che si desidera da soli o in compagnia di familiari e amici.

Il Cenacolo Vinciano, Ultima Cena, di Leonardo da Vinci, dipinto tra il 1494-1498 circa, tecnica mista a secco su intonaco (460×880 cm), conservato nel refettorio adiacente a Santa Maria delle Grazie a Milano. Fu realizzato usando delle tecniche innovative che però si sono dimostrare inadatte a durare nel tempo, in particolare non hanno retto all’umidità del luogo, e per questo si trova in un stato di conservazione pessimo.

La Nascita di Venere di Sandro Botticelli, dipinto nel 1485 circa, tempera su tela (172,5×278,5 cm), conservato agli Uffizi di Firenze.

PIERO DELLA FRANCESCA

Federico da Montefeltro di Pietro della Francesca, dipinto nel 1467-1472 circa, olio su tavola (47×33 cm), conservato agli Uffizi di Firenze.

TONDO DONI

Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti, dipinto nel 1503 – 1504 circa, tempera grassa su tavola (diametro 120 cm), conservato agli Uffizi
di Firenze. È l’unica opera su supporto mobile di Michelangelo, un lavoro molto importante nella storia dell’arte del Cinquecento, in quanto è il quadro che pone le basi per il manierismo. Un quadro voluto
da Angelo Doni e pagato dopo una rocambolesca trattativa ben
140 ducati, il doppio di quanto inizialmente chiesto dall’artista.

La Primavera di Sandro Botticelli, dipinto nel 1480 circa, tempera grassa su tavola (207×319 cm), conservato agli Uffizi di Firenze

Le sue grandi passioni sono il calcio, i vestiti e gli Anni 30.
Predilige tutto degli Anni ’30, di quel decennio all’insegna del bello, della raffinatezza, con i materiali delle migliori qualità, con un rispetto dell’educazione e dell’etichetta come fosse ancora una stagione delle corti aristocratiche. “Entre les deux guerres” era definito un tempo questo periodo sospeso tra guerre mondiali spaventosi per numero di morti e di danni economici, per ampiezza di distruzioni sotto i bombardamenti.

Il bianco e nero magico dei film di Hollywood, l’atmosfera del Grande Gatsby, il jazz e lo swing. È affascinato da tutto quello che ruota intorno a quegli anni, quando ogni oggetto – dal più piccolo a quello di dimensioni industriali – era costruito con materiali rigorosamente naturali, senza plastica né surrogati chimici di legno e ferro. Legno, ferro, cemento, vetro, resine, lacche, pelle: dalle scarpe ai vestiti, dalla scrivania a un grattacielo, erano tutte assolutamente e rigorosamente materie prime naturali.

Fiumana di Pelizza da Volpedo, dipinto nel 1895-1896, olio su tela (255×438 cm), conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano. È l’opera che precede il più famoso Il Quarto Stato, qui vengono gettate le basi per quest’ultimo lavoro.