SPENDERE O SOSPENDERE
DI ALESSANDRO FEROLDI
Il lusso di spendere e spandere? O il lusso di sospendere spazio e tempo e ritagliarsi modi più gradevoli di vita? Lussare, luxare in latino: quindi il lusso (luxus dei romani) è una lussazione, una slogatura, anche un eccesso, una sovrabbondanza.
Gli inglesi usano il latino più degli italiani, e infatti chiamano il lusso luxury. Senza arrivare a lussuria, sempre un concetto di esagerazione.
Ecco, potremmo dire che il vero lusso 2.0 è altro dall’esibire accessori costosi, quasi a dire io posso e voi no. Il lusso di oggi è scegliere luogo e modi di vita che ci rendano più serena l’esistenza. E in questo l’Italia è il paese ideale. O meglio, nel paese delle più profonde diseguaglianze europee esiste la possibilità di godere del meglio del made in Italy in modo semplice e non costoso.
La provincia, o addirittura il piccolo Comune, è la riserva indiana che ci permetterebbe di vivere meglio. Con il tempo si finisce per conoscere tutti, il medico e il farmacista, il droghiere e il giornalaio, il calzolaio e la sarta. Inoltre gli spostamenti sono più semplici, si trova parcheggio, le file non sono chilometriche, la burocrazia è meno lieve (per quanto possibile da noi).
Lungi peraltro dal demonizzare il lusso in termini di settore economico, che occupa in Italia larga parte della nostra imprenditoria di eccellenza. Nel mondo delle cento top company del lusso infatti ben un terzo sono italiane. Il fatturato mondiale del lusso è arrivato a 217 miliardi di dollari, generato in soli otto Paesi. In Italia le imprese del lusso sono 29, in Usa 13, nel Regno Unito 10, in Francia 9. Ma se leggiamo questi numeri dal lato del fatturato la graduatoria si rovescia: la Francia è la prima al mondo con 5,8 miliardi di dollari del lusso, l’Italia ne fattura solo 1,8. I nostri marchi di eccellenza sono Luxottica (quarta al mondo), Prada (diciannovesima) e Armani (ventiquattresima).